La bicicletta, durante la prima metà del Novecento, giocò un ruolo predominante all’interno della nostra società. In Italia, a partire dal 1910 circa, i prezzi delle biciclette divennero più abbordabili. I modelli economici costavano 150-200 Lire, pari a 3-4 stipendi di un operaio. La bici diventò il mezzo più diffuso per andare a lavorare nelle fabbriche, nei campi e nelle botteghe. Diventò anche un vero strumento per svolgere il proprio lavoro (leggi il mio articolo Mestieri in bicicletta).
Questo accadeva prima del boom economico del secondo dopoguerra. Prima della nascita della Vespa e della Lambretta; prima della moda dell’automobile. E oggi, purtroppo, nelle nostre città autocentriche è ancora una scommessa
fare accettare la bicicletta come strumento di lavoro.
C’è chi si è preso a cuore questa causa, perché tutti giorni utilizza la bicicletta nel suo mestiere: l’Accademia Italiana Pattuglia in Bicicletta. Mauro di Gregorio, che abbiamo già avuto il piacere di conoscere ( Leggi l’articolo Polizia in bicicletta) ha proposto in questi giorni una petizione per sensibilizzare tutti i cittadini e le istituzioni sull’argomento. Come si legge all’interno della petizione:
La bicicletta è prima di tutto un veicolo, non solo un mezzo per il tempo libero e lo svago. Sono molte le categorie di persone che la usano nella loro vita quotidiana: studenti, lavoratori, anziani. L’Italia si è dotata di una importante legge (Legge 2/2018) che inserisce per la prima volta la promozione della ciclabilità tra le competenze dello stato, ma non tutela ancora chi in bicicletta lavora ogni giorno: portalettere, agenti di polizia, fattorini.
L’Accademia Italiana Pattuglia in Bicicletta, oltre a svolgere i regolari compiti come il mantenimento dell’ordine pubblico, pattugliamento delle aree urbane e il contrasto alla criminalità, è in grado di formare agenti “ciclisti”, istruendo il personale su come destreggiarsi nel traffico, difendersi in sella e intraprendere azioni di inseguimento e arresto. “Il progetto sta procedendo“, mi racconta Mauro, “ma in molte città purtroppo ancora non ci è stato possibile organizzare dei corsi. In buona sostanza
perché la bici non è considerata uno strumento al pari di dell’ automobile,
e molti ancora non comprendono quanto sia indispensabile la formazione in bicicletta.” Eppure la legge parla chiaro: ai sensi del decreto 81/2008, al lavoratore cui è assegnato uno strumento di lavoro deve essere erogata anche formazione, informazione, addestramento. Nell’ambito degli addetti alla sicurezza e il soccorso vengono effettuati corsi per tutta l’attrezzatura in dotazione, dai veicoli alle moto ai singoli dispositivi di protezione individuale alle attrezzature. Quando si assegna una bicicletta questo non accade!
“Questa petizione” spiega Mauro è rivolta a tutti, e intende includere, oltre agli operatori di polizia, tutti i lavoratori che utilizzano la bicicletta come i “riders” (fattorini), gli operatori del soccorso, i portalettere etc. Aiutateci a diffondere il nostro messaggio in tutta Italia”
Vorrei far notare che, a seguito del Dcpm del 22 Marzo, i meccanici di biciclette hanno chiuso temporaneamente fino al 3 aprile, salvo nuove disposizioni. Mentre i gommisti e le officine di riparazione auto sono ancora aperte. Questo è solo un esempio per dimostrare quanto disinteresse ci sia in Italia verso i cittadini che svolgono il proprio lavoro in bici. La bicicletta è uno strumento di lavoro, che proprio come l’auto, può subire danni e furti. E’ incomprensibile una così scarsa cultura della bici oggi, totalmente in contrapposizione a certe opere di pedonalizzazione, e incremento delle aree verdi e piste ciclabili.
Aiutaci a sostenere la petizione! Clicca qui la LA BICI E’ ANCHE UNO STRUMENTO DI LAVORO. AIUTACI A FARLA DIVENTARE TALE!
1 commento
Sono d’accordo 👍