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Con un cestino di more
legato alla bicicletta
liberavamo parole sottovuoto.
Un acquazzone di fiori calpestati
il temporale che rompe la primavera.
La fatica controvento
un tagliaerba usurato
che abbatte le radici del dolore.
Ritrovo brandelli di viaggio
dentro al cuore
e una valigia pronta per partire
mi porta con sé.
In una nave che scala il mare
alla velocità di un tempo accellerato
il mio battito cambiato
rincorre la fine del sole.
L’oscurità mi concede un nuovo ritmo
e mi aggancio al motore
dell’amore
che nutre il verso libero
della mia poesia
la forza di voltare pagina
qualunque cosa sia.