Mi accoglie Michele, meccanico di biciclette e proprietario della nuova ciclofficina – salotto fiorentina. Aperta da qualche mese in Via Lulli, una via decentrata rispetto al centro storico, ma neanche la si può chiamare periferica. Una zona in cui c’è movimento di ciclisti, per lo più studenti universitari. Perfetta per aprire un’ attività dedicata alla bicicletta.
La cicloteca: un salotto retrò dentro la ciclofficina,
uno spazio accogliente e informale in cui, circondati ovunque da biciclette, muro compreso, vien voglia di soffermarsi a far due chiacchiere. E con chi? Michele è un vero appassionato di biciclette, ce ne sono di cose da raccontare.. E poi c’è Fosco oggi, un cliente del quartiere, pensionato, che resta a farci compagnia. Lasciata la bicicletta del blog all’ingresso, la sua prima uscita ufficiale per le interviste, sprofondiamo dietro un caffè sul divano di velluto. “Michele raccontami un po’ di te e come nasce questa stravagante Cicloteca”:
” Da molto lavoro come meccanico di biciclette. Inizialmente a Firenze, e poi mi sono trasferito a Erfurt, dove ho vissuto sei anni. Lì ho fatto un bel po’ di esperienza diventando infine capo meccanico di un bella ciclofficina. Una realtà molto diversa da qui, la Germania, in cui il meccanico di biciclette è un mestiere ben pagato e molto rispettato. Tornato in Italia ho deciso di aprire la “Cicloteca”. Il nome deriva da ciclo “ludoteca”. Uno spazio non solo adibito a riparazione e vendita bici, ma anche un piccolo salotto letterario in cui svolgere diverse attività.”
Pianoforte e chitarra ci danno il benvenuto in una ciclofficina originale!
Di recente è stata organizzata una Jam session, un appuntamento musicale improvvisato nella ciclofficina- salotto. Tre gli strumenti lasciati a disposizione dal capo meccanico per gli amici musicisti: pianoforte, violino e chitarra. E’ nata una serata inusuale e piacevole. Si parla di biciclette mentre si suona musica. Si dialoga sulle attività del quartiere e si invoglia il cliente o l’amico a riparare con le proprie mani la bici.
Un tema molto sentito è quello del recupero. A Firenze si sa, di bici abbandonate è piena ogni strada. Stranieri e studenti per la maggior parte, acquistano bici usate per due soldi. Nulla di male, anche se le bici usate spesso sono state precedentemente rubate a qualcun altro. Se non fosse che, finita la stagione degli esami, la bici viene abbandonata per strada. C’è chi non perde tempo a rubare ruote, fanali, manubrio o sellino. Quel che resta del mezzo, a volte solo un telaio senza neanche la forcella, viene recuperato da Michele.
La ciclofficina- salotto è molto accogliente. Dal pc sul largo tavolo Michele mi fa vedere le foto delle bici recuperate e restaurate. Un ottimo lavoro! Relitti trasformati in pezzi unici dal sapore vintage, le biciclette sono poi rivendute al primo cliente. “Si scartavetra il telaio e lo si rivernicia. Si ripara il movimento di centro e la serie sterzo. Unici elementi che vengono messi nuovi di zecca sono freni e copertoni. Il resto, se manca, proviene da componenti di recupero.”
un buon meccanico è colui che ripara, non che sostituisce
Parole sagge di Michele che torna a raccontarmi un po’ della sua esperienza in Germania : “Non importa quanto costi sistemare una bici, piuttosto si cambia l’intero pezzo anziché puntare sul recupero. Si cerca l’efficienza e si è disposti a spendere..”- dettagli interessanti – “La bici è considerata, in Germania e in altri paesi del nord Europa, un vero e proprio mezzo di spostamento. Si acquistano bici di qualità anche per lo spostamento urbano, e di conseguenza si è più propensi a spenderci denaro quando il mezzo deve essere riparato. Inoltre, nutrendo sincera fiducia nel meccanico di biciclette, riconoscendone la professionalità, cosa che un po’ in Italia manca, si paga quel che si deve senza fare smorfie. Altra cosa importante per la bici è “prendersene cura”.
La bicicletta necessita di manutenzione. Qui in Italia si tende a pedalare finché la bici non si rompe.
Al contrario ci preoccupiamo molto delle automobili. Facciamo ogni due anni la revisione, si sostituiscono i filtri, l’olio, le pasticche dei freni.. e poi naturalmente quel che non va. In Italia la maggioranza delle persone non concepisce la bicicletta come un mezzo su cui investire denaro. Si arriva a pagare molto per una bicicletta in carbonio da utilizzare nel tempo libero, ma nelle bici da città, talvolta indispensabili per lo spostamento casa-ufficio-università, non si investe.
Molti sono i ciclisti urbani che si muovono con bici consumate e difettose. Il concetto di investire in una bicicletta da città non è ancora diffuso in Italia. Quando faccio notare che dovrebbe essere sostituita la catena e il pacco pignone, la spesa, che si aggira sui 40 € , è considerata sconveniente. Nessuno vuole spendere più dello stretto indispensabile.
La realtà fiorentina è questa per la maggiore. Forse non tanto diversa da altre città italiane. Si fa fatica ad individuare la bici come un mezzo su cui investire. Una nota positiva è che, un po’ grazie alle tante campagne di sensibilizzazione organizzate dalle varie associazioni ciclabili, e un po’ a causa del traffico automobilistico, molti sono i cittadini che stanno riscoprendo la bicicletta in questi ultimi anni.
A mio avviso è questione di abitudine. Se si iniziasse a prendere la bici tutti i giorni, almeno per andare a lavoro, non solo ne ricaveremmo benefici personali, ma l’intera comunità avrebbe vantaggi notevoli in termini di sviluppo culturale ed economico. Ti servirebbe una buona sella. E se questa si logora per via dell’uso frequente, la dovresti sostituire. Avresti certo più cura della tua bici se ti occorresse tutti i giorni per recarti in ufficio. Sarebbe necessario fare manutenzione, e cambiare via via i componenti deteriorati: freni, pneumatici, pedali. Ti occorrerebbero, oltre ad un buon meccanico, indumenti specifici. Un buon impermeabile o una borsa portapacchi. L’economia delle botteghe e delle piccole imprese che offrono un servizio per il quartiere incrementerebbe. Con essa la “cultura” della bicicletta urbana.
Nella ciclofficina – salotto il tempo scivola a ritmo di musica tra biciclette e discorsi.
Qualcuno di passaggio inizia a strimpellare la chitarra. Arrivano un paio di clienti a riprendersi la bici riaccomodata dal bravo Michele, e guardando fuori mi accorgo che si è fatto buio. Rimetto agenda e penna nella mia borsa Fausto, ormai inseparabile e pratico accessorio che riaggancio al manubrio. Accendo le luci e sono pronta per i 6 km disinvolti verso casa. Quali i prossimi eventi alla Cicloteca ? Già si parla di un’altra sessione musicale, di una serata dedicata al teatro e di un’esposizione di fotografia. Restate connessi sulla pagina Facebook Cicloteca Firenze per seguire da vicino le attività di questa stravagante ciclofficina – salotto!