16°C. 9 Km. L’aria è fresca, pulita. Adoro aprile. Devo sbrigare delle commissioni in centro. Prendo la bicicletta così faccio anche un po’ di allenamento. Mi avvio verso Borgo Ognissanti, una zona che ho frequentato nella mia adolescenza perché vicina al Cinema Fulgor e successivamente tappa di occasionali passeggiate. Mi vesto a strati con lo zaino in spalla semi vuoto. Via via che mi avvicino ai lungarni lo riempio di giacca e sciarpa.
Una suora mi supera. Resto un po’ indietro proprio perché mi incuriosisce il suo abbigliamento. Incappucciata, con una giacca a vento, e con un qualcosa a fermare l’abito tra le gambe per garantire una maggior disinvoltura in bicicletta. Sembrano quasi pantaloni, invece no. La sua agilità nel pedalare mi spiazza.
Ci metto qualche minuto a capire che è una suora “moderna”, una ciclista urbana.
Scatto una foto al volo, quando si ferma al semaforo insieme ad un paio di altri ciclisti molto “cittadini” con tanto di borse da ufficio. Più in là ne vedo un’altra. E come sfreccia! Mi chiedo se ci sia un convento in zona, o forse sono suore che insegnano in qualche istituto in centro. Si staglia incantevole sulla piazza vuota la Chiesa di Ognissanti. Il sole la rende inconfondibile tra i palazzi di pietra. Molta gente in bicicletta attraversa la piazza e oltrepassa la Chiesa addentrandosi nelle strade ombrose che portano a Porta al Prato. Alcuni si dirigono all’Istituto Francese, altri verso la pista ciclabile sul lungarno.
Ognissanti un quartiere ricco di storia,
era il fulcro fiorentino della produzione di lana. Il vicino Ponte alla Carraia era chiamato così per via dei numerosi carri che trasportavano la lana fino ai laboratori. Mi fermo di fronte alla casa-galleria Vichi in stile Liberty che, tuttavia sia un’eccezione alla regola in una via di palazzi rinascimentali e ottocenteschi, è una vera meraviglia. Quando ci passo mi fermo sempre ad ammirarla.
Fino a Piazza Goldoni ci sono ancora bellissimi negozi d’antiquariato.
Lascio un attimo in sosta la bicicletta per dare un occhio al vecchio Ospedale San Giovanni di Dio. Costruito grazie alla generosità di Simone di Piero Vespucci, la cui famiglia padroneggiava il quartiere, l’Ospedale ha una porta di legno aperta che invoglia ad entrare a curiosare. Le statue in marmo e la superba scalinata non sembrano appartenere ad un ospedale. Tanto meno il pavimento a scacchi. Questa è l’originaria sede dell’ Ospedale Torregalli. Al numero 20 della stessa via abitò Amerigo Vespucci.
Nelle vie traverse oggi ci sono Bed&Breakfast, ristoranti cinesi e varie attività di quartiere. Dal parrucchiere al fornaio. Io lo definisco un bel quartiere, un po’ di confine come lo è sempre stato. Bello il tabernacolo della Madonna del Rosario. Questi angoli di storia mi ricordano che non tutto si perde col tempo.
Ritorno al parcheggio della bicicletta in piazza Ognissanti proprio tra l’Hotel Westin Excelsior e il St. Regis Hotel. Conosco entrambi per i loro lussuosi bar in cui in qualche speciale occasione prendo un drink con amici. Il Winter Garden bar del St. Regis è un luogo elegante dove con qualche euro in più rispetto alla media si possono gustare ottimi cocktails. Il pianista offre un intrattenimento musicale originale, tra cui arrangiamenti dei Pink Floyd. Il bar dell’ Excelsior ha prezzi superiori, ma la terrazza al sesto piano è unica al mondo. Si possono ammirare tutte le Chiese di Firenze.
Con il sole del pomeriggio in faccia, ed un senso di libertà che solo in bicicletta vivo, pedalo verso casa. E’ l’ora di pranzo, nessuna suora all’orizzonte.