Il prossimo Sabato 13 maggio alle 14,30 ci ritroveremo in Piazza Duomo a Firenze per la Staffetta Bartali. La bicicletta è un mezzo potente di unione, e quale mezzo più indicato per pedalare in memoria di un grande uomo come Gino. L’iscrizione è aperta a tutti al costo di 5 €. Ai partecipanti sarà consegnata una t-shirt rosa con il ritratto del nonno.
La Staffetta Bartali sarà una pedalata “rosa” che ci unirà nel ricordo di Gino
Il percorso prevede una sosta alla Sinagoga, e l’incontro con la Comunità ebraica. Poi ci sposteremo dal centro storico in Oltrarno, per dirigerci nel quartiere di Gavinana. La seconda sosta sarà in Piazza Cardinale Elia dalla Costa, in cui Gino abitò nella sua palazzina a partire dagli anni Settanta fino al 2000, anno della sua scomparsa. Proprio il Cardinale Dalla Costa celebrò il matrimonio tra Gino Bartali e Adriana Bani nel 1940. Già al tempo con Gino si instaurò un’amicizia sincera.
Era il 1943 quando il Cardinale convocò Gino nella sede arcivescovile di Firenze per affidargli il compito, al tempo segretissimo, di “messaggero” tra Firenze e Assisi, per la consegna di documenti falsi per espatriare gli ebrei. Gino si prese una notte per riflettere. Il giorno dopo si recò nuovamente dal Cardinale per confermare il suo impegno nella missione di salvataggio. Diversi furono i viaggi che Gino compì nel ’43 e nel ’44, riuscendo a salvare centinaia di vite.
Qualcuno recentemente ha affermato che Gino era un ingenuo. Non era affatto un ingenuo
nel suo mestiere di corridore, né tanto meno in queste occasioni difficili in cui occorreva sangue freddo. Probabilmente per faccende imprenditoriali avrebbe potuto essere più scaltro. Tanti affari lavorativi non andarono a buon fine.
La sua faccia buona, un’ abbondante dose di coraggio e l’arte improvvisata nel mentire, lo salvarono da quel terribile Mario Carità, capo della milizia fascista a Firenze, quando fu imprigionato a Villa Triste. La bicicletta non fu ispezionata e il nonno dimostrò grande coraggio durante l’interrogatorio rigettando ogni accusa. Si salvò dunque, ma mai proferì parola sulle sue imprese in soccorso agli ebrei. La Staffetta proseguirà oltre Firenze. Scollineremo il Diacceto, una salita che è alla portata di tutti ( anche se ognuno pedalerà al suo ritmo) per giungere a Ponte a Ema: destinazione Museo del Ciclismo Gino Bartali, in cui assisteremo alla
cerimonia rievocativa della “consegna della pergamena di Giusto tra le Nazioni”.
Sono sicura di poter definire il nonno come il “messaggero della pace”. Il suo altruismo lo ha spinto fino al rischio estremo. La guerra gli impedì per quattro anni il proseguimento della sua brillante carriera, ma non lo fermò nel suo impegno umanitario. Adesso le sue gesta di coraggio e altruismo devono esserci da esempio nel nostro quotidiano, nel combattere le ingiustizie e nel fare del nostro meglio per noi e per gli altri.
Nel nostro piccolo, ognuno di noi può compiere buone azioni. Le persone intelligenti e nobili d’animo lo riconosceranno, tantissimi invece non sapranno dire “Grazie”. La Staffetta Bartali sarà un modo per dire GRAZIE. Io mio nonno lo ringrazio ogni giorno, mi dà la forza di andare avanti nei momenti dolorosi della vita.